dimanche 11 septembre 2011

Venezia 68: Vincitori


E il Leone d'oro, quest'anno, va a Faust diAlexander Sokurov, un film che non farà i miliardi e che non piacerà a molti, ma la cui superiorità tecnica non può che essere statà apprezzata dal presidente della giuria,Darren Aronofsky, lui stesso creatore di immagini memorabili in pellicole come Black Swan e Requiem for a dream.


Faust è quel tipo di film che lascerà lo spettatore sgomento. Sokurov abbandona il tradizionale modo di raccontare le storie e crea dei mondi paralleli incrostati di immagini da sogno. Magari non avrà quella dimensione politica che abbiamo notato in molti altri film (Clooney, Terraferma, ancheShame), ma compensa con delle immagini sbalorditive. Insomma, un capolavoro tecnico, un adattamento coraggioso e, soprattutto, un film indimenticabile. Dopo la vittoria controversa di Somewhere di Coppola, l'anno scorso (controversa perché il presidente di giuria era Tarantino, ex della regista), fa piacere vedere premiato un film impegnato che aiuta Venezia a riguadagnare il prestigio perduto.

Alla fine è andato tutto come da copione, o quasi. C'è una sorpresa, infatti, ed è il Leone d'argento a Terraferma, il film sull'immigrazione clandestina di Crialese che batte, così, colossi del calibro di CronenbergPolanski e Clooney. La Coppa Volpi per il miglior attore è andata a Michael Fassbender per Shame dove interpreta un erotomane (ma Gary Oldman di TinkerTailorSoldier,Spy era meglio, veramente), mentre il premio per la migliore attrice è andato a Deanie Yip per la sua interpretazione di una serva che si accorge d'invecchiare nel commovente A Simple Life.

Per regolamento Venezia non prevede due premi allo stesso film, quindi ecco la democrazia dei premi inferiori: Osella per la fotografia a Cime Tempestoseper la sceneggiatura al bizzarro Alpis(e non a Dark Horse di Solodnz, come davano i pronostici), e il Leone d'Argento alla regia a People Mountain People Sea.

Se il festival era stato salutato come una sorta di pre-Oscar, vista la quantità di film in lingua inglese, la giuria sembra aver preferito i pochi film asiatici che sono stati quasi tutti premiati. Come per bilanciare le cose, insomma. Gli unici film che sono usciti a mani vuote, infatti, sono quelli americani o inglesi (Solodnz, Clooney, Cronenberg, Polanski, il bellissimo Tinker, Tailor, Soldier, Spy e Killing Joe), la cui profusione, all'inizio, aveva attratto diverse critiche da parte di quelli che dicevano che il festival era troppo anglofilo. Ma il verdetto della giuria ha fatto perdere importanza a queste affermazioni.


Quest'edizione, infine, andrebbe presa a modello: è la Venezia che ci piace vedere, quella che fa mostra di buon cinema e che premia con giudizio. E, giusto per la cronaca, ve lo avevamo preannunciato che il Leone d’oro sarebbe andato a Sokurov.

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