Ma non e’ certo una sorpresa: Peter Marino, l’archistar che ha rivoluzionato il concetto delle boutique del lusso (tra i suoi clienti Chanel, Dior, Louis Vuitton, Fendi, Ermenegildo Zegna) e ha creato sublimi ambienti domestici per i ricchi e famosi (da Agnelli a Warhol) è a tutti gli effetti un personaggio il cui fascino sta proprio nella sua complessa dicotomia.
Marino, che spesso parla di sé come Pedro, usando la terza persona singolare, è uno dei più famosi architetti e designer, vincitore di valanghe di premi e comandante in capo di un mega ufficio su due piani a Midtown Manhattan zeppo di un’incredibile collezione di arte contemporanea e fotografia
(altre sue incontrollabile passioni).
Ha aperto la sua attività nel 1978, dopo una laurea a Cornell University e apprendistati da Skidmore, Owings & Merrill , da George Nelson, e da I.M. Pei/Cossutta&Ponte. Scoperto da Andy Warhol, che lo ingaggiò sia per rinnovare la sua townhouse nell’Upper East Side che per il design della terza sede della Factory, Marino si guadagnò ben presto la reputazione di maestro del lusso moderno grazie al suo sapiente mix di arredi d’epoca e contemporanei, al suo dialologo costante tra esterni e interni, e all’enfasi su materiali preziosi, texture e luminosità.
Anche se continua a disegnare spazi privati per una lista stellare di clienti internazionali, Marino è oggi universalmente noto per essere il re dell’architettura dei marchi di lusso.
Il suo primo lavoro “commerciale” è stato il flagship store di Barney’s New York su Madison Av, presto seguito dalla boutique di Armani, sempre sulla stessa arteria dello shopping newyorkese.
Oggi ha progettato più boutiques nelle capitali della moda di qualsiasi altro architetto e i suoi lavori si caratterizzano per l’utilizzo copioso della luce naturale, per concepire il building come l’espressione architettonica e tattile dello spirito del brand e per la frequente collaborazione con artisti contemporanei.
Marino ha ricevuto numerosi A.I.A. awards tra cui quelli per le boutique Chanel a Osaka, su Robertson Blvd a L.A., e a Rue Cambon a Parigi; per il negozio Fendi a Beverly Hills; per il flagship store di Zegna a NY, e per quello di Louis Vuitton a Hong Kong.
Nel 2010 è stato inserito da Architectural Digest nei Top 100 International Designers and Architects e nei World’s Top 30 Architects da Robb Report.
Nel 2006 il New York Magazine l’ha nominato “Most Influential” per il suo contributo nell’industria della moda.Pubblicato: 21 novembre 2011
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